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Parchitelli: “Salario minimo, domenica si torna nelle Piazze"

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa a cura della consigliera regionale e vicesegretaria del PD Puglia Lucia Parchitelli.

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Parchitelli: “La nostra battaglia per il salario minimo continua. Domenica si torna nelle Piazze”

Nota della consigliera regionale e vicesegretaria del PD Puglia

 

“La notizia non ci ha sicuramente colti di sorpresa. Il CNEL - Consiglio nazionale dell’Economia del Lavoro, presieduto dall’ex ministro Brunetta, ha concluso la sua istruttoria sul salario minimo definendolo una ‘non priorità per l’Italia’. Il documento finale di analisi, verso il quale la sola CGIL ha votato no, definisce sbagliato collegare la povertà lavorativa ai salari insufficienti. Missione compiuta, dunque, da parte del Governo che ora però dovrà assumersi davanti al Paese la responsabilità di aver negato migliori condizioni di vita a oltre tre milioni di italiani, che vivono soprattutto al Sud, e che hanno un livello di spesa così basso da non garantire l’acquisto dei beni e servizi essenziali per uno standard di vita accettabile.

La nostra battaglia per il salario minimo non finisce qui, e siamo pronti ad affrontarla con maggiore vigore. L’8 ottobre le nostre città e le nostre Piazze, anche in Puglia, torneranno a popolarsi della grande comunità del Partito Democratico che assieme ad Alleanza Verdi e Sinistra, Azione, M5S e Più Europa, in un grande ‘firma day’, proseguirà la mobilitazione a favore del salario minimo che solo nella nostra Regione ha già visto raccogliere oltre 15mila firme cartacee e decine di migliaia online.

Quasi un terzo dei dipendenti italiani ha una bassa retribuzione oraria o annuale, sotto la soglia dei 12mila euro. Questo vuol dire che circa un lavoratore su tre guadagna in un anno meno di 12mila euro lordi. Per quanto riguarda la paga oraria sono 1,3 milioni i lavoratori che guadagnano meno di 8,41 euro all’ora, il 9,4% del totale, e più di 3,5 milioni quelli che guadagnano meno di 9 euro all’ora.

Nonostante questi numeri, per il CNEL e per il Governo la retribuzione dei nostri lavoratori non rappresenta una priorità. Noi la pensiamo in modo differente: ‘Lavoro e povero non devono più stare nella stessa frase’ ci ha ripetuto qualche settimana fa la nostra Segretaria Schlein. Al PD bisogna dare atto che per primo ha preso coscienza di questa situazione e ha cominciato a invocare il salario minimo per i nostri lavoratori. Il Financial Times ha reso noto che dove è stato adottato, il salario minimo ha superato la prova dell’alta inflazione. Questo smonta tanti argomenti della destra di questi mesi e ci porta a dire che lavorare con un compenso che scende sotto una certa soglia è sfruttamento. Noi questo non lo accettiamo e non lo possiamo permettere. Una battaglia di civiltà l’abbiamo definita, nella quale è necessario eliminare un gap: i prezzi aumentano, gli stipendi restano sempre uguali.

A maggior ragione dopo la decisione del CNEL, continueremo incessantemente a lavorare affinché la Puglia presenti la prima proposta di Legge che arriva da una Regione e che si propone di impegnare le aziende che lavorano con gli enti pubblici regionali a riconoscere ai propri lavoratori un salario che sia minimo di 9 euro l’ora. Probabilmente saremo i primi in Italia a portare in porto questa azione, ma speriamo che anche altre Regioni possano con uguali proposte superare il blocco rappresentato dal Governo nazionale. E’ questa la nostra missione, continuare a lottare per diminuire i divari e le disuguaglianze sociali.

Tante persone, soprattutto i giovani, hanno paura del futuro, ma sognare un domani migliore è un diritto. E noi possiamo contribuire a regalare questo diritto. Non dimentichiamo che l’Italia per Costituzione è una Repubblica fondata sul lavoro. Non dobbiamo accettare che il lavoro diventi strumento di sfruttamento. Bensì dobbiamo rafforzare la contrattazione collettiva, limitare i contratti a termine e abolire gli stage gratuiti: solo così i nostri ragazzi ma più in generale il nostro Paese avrà un domani. Noi siamo dalla parte dei lavoratori, e lì resteremo”./comunicato

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